La famiglia è la vera forza! Il caso del ristorante Lucia a Giulianova

A cura di Francesca Mancini

La famiglia è la vera forza!

Il caso del ristorante Lucia a Giulianova e della famiglia Di Gregorio che dopo 50 anni c’è – ancora – e si vede

È un forziere che contiene un grandissimo tesoro la bella Giulianova, che oltre alle meravigliose spiagge e attrazioni turistiche estive, può vantare un’offerta gastronomica pensata per accontentare qualsiasi esigenza. Una città da vivere durante tutte le stagioni, adatta per gli amanti del mare in estate e anche in inverno, quando l’atmosfera è anche più romantica lontano dalla ressa turistica, e il cielo plumbeo si specchia nell’acqua increspata dell’Adriatico.

 

Se cercate il piatto tipico, un sol coro univoco risponderà a gran voce: brodetto alla giuliese! Una preparazione tipica dei porti di mare dell’Adriatico in cui vengono utilizzati una gran varietà di pesci per ottenere una corroborante zuppa. Inizialmente preparato dai pescatori, oggi il brodetto è un piatto molto ricercato, da ordinare preventivamente per non restare a bocca asciutta.

E tanti brodetti sono stati preparati anche in via Lampedusa 12, dove da 50 anni precisi la famiglia Di Gregorio gestisce l’albergo tre stelle con 25 camere e il ristorante Lucia. La struttura è rimasta la stessa, ma negli anni sono stati portati avanti diversi ammodernamenti che hanno reso la sala e l’ingresso più moderni, leggeri e luminosi. Ad aprir battenti il capostipite Roberto Di Gregorio, che con sua moglie Claudia, ha iniziato a tessere una tela che giorno dopo giorno è diventata un quadro istoriato di ricordi di famiglia, testimone anche del passaggio di cercatori curiosi di conoscere la cucina maresca, nella sua forma tipica e originaria prima e nelle sue declinazioni moderne ed entusiasmanti oggi.

 

La spola è passata di mano, oggi tocca al figlio Paolo, Patrizia (la sorella) ed Erika (la moglie) portare avanti il nome di famiglia, nonostante Roberto e Claudia si diano ancora un bel da fare tra accoglienza, cucina e mercati da frequentare. Pochi sono i ricordi di Paolo e Patrizia bambini fuori da quelle mura, nati e cresciuti tra tegami di coccio, pesci da pulire, intingoli da tirare, paste da ammassare e menu del giorno da stilare; poi l’adolescenza e l’università, la laurea in economia per lui e quella in giurisprudenza per lei, ad attenderli dietro la porta diverse proposte lavorative interessanti, quelle da promesse di una vita tranquilla, agiata, lontana probabilmente da quella frenesia che solo la cucina sa dare. Così al “grazie, rifiuto l’offerta e vado avanti” Patrizia e Paolo si sono ritrovati spalla a spalla di nuovo a casa, in quella cucina che il padre stava pensando di chiudere per dedicarsi solo all’impegno dell’hotel.

Una scelta di vita, di coraggio, di resistenza anche e di amore incondizionato probabilmente, ma sta di fatto che i fratelli da quel giorno non si sono più mollati, studiando come cambiare, evolvere e rimarcare ancora una volta che la famiglia Di Gregorio c’è, e si vede. Una piccola brigata, dunque, a cui si è aggiunta Erika, la moglie di Paolo, che leggera e gentile serve in sala insieme a lui, che invece fa da transfer tra cucina e tavoli; una gestione ristretta e coreutica la loro, in grado di trasmettere tutto l’entusiasmo e l’impegno che quotidianamente portano a tavola.

Da mangiare e da bere

Quattro i percorsi degustazione, due a 45 euro (Easy e Antipasti), due a 65 euro (Degustazione 7 portate, A tutto crudo), con cui divertirsi a pranzo o cena accompagnati da del buon olio extra vergine di oliva abruzzese e interessanti riferimenti enoici che Paolo seleziona e porta in cantina nei pochi momenti di distrazione dal lavoro.

Alla divertente entrée segue un un gran trionfo di crudi – quelli di Patrizia – che conquistano per semplicità e freschezza, si continua poi con degli scampi, grandi, sodi, serviti nel cartoccio su un letto di sale grosso, e con le triglie croccanti e ventricina, un piatto iconico, croccante e goloso fuori, morbido e saporito dentro.

È il momento dei primi, dello spaghetto leggermente affumicato in casa alle vongole e sogliolette adriatiche a cui viene aggiunto sul finale il twist acidulo del lime, semplice e complesso nella struttura dei sapori che in bocca si distinguono uno ad uno, amalgamandosi sul lungo finale retronasale. E che dire dei raviolini di merluzzo confezionati a mano impreziositi dal fumante brodo di razza e pesce San Pietro versato elegantemente nel piatto da Erika? Ottimi.

Tra i secondi, senza dubbio un pesce di spina – quel giorno in particolare era servita una spigola pescata all’amo da 7 kg – cotto in foglie di limone, dalla pelle croccante e il morso suadente.

Grande scoperta sono stati i dolci a partire dal “Non sono dolce come sembra”, gelato al pistacchio, cremoso alla nocciola, crumble, caramello salato e arachidi e “Cioccolato che passione!”, realizzato solo con cioccolato e frutto della passione e arricchito da un’avvenente foglia d’oro.

Vogliamo parlare dei vini? La carta è decisamente ben organizzata, con ampio spazio dedicato all’Abruzzo, Italia e Francia, ma il vero consiglio è quello di lasciar fare a Paolo, che timidamente tira fuori dal cilindro delle sorprese inaspettate, soprattutto per gli amanti del naturale…

 

Un plauso grande alla famiglia intera, a Paolo e Patrizia, per aver capito che a lasciar andare, tutti avremmo perso un gruzzolo di quel tesoro incommensurabile che è la nostra cucina italiana.

Info:
Hotel ristorante Lucia
Via Lampedusa 12, Giulianova
+39.349.525.2093

www.hlucia.it

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.