Ida Di Biaggio – La mia vita in un gelato!

Ida Di Biaggio, la sua vita in un gelato!
Nuovi orizzonti per una nuova prospettiva del gelato italiano.

A cura di Francesca Mancini

Il cambiamento di rotta

Non è un addio ma un arrivederci a presto, quello che Ida Di Biaggio ha rivolto all’Abruzzo, la regione che l’ha vista crescere in umanità e laboriosità. 

Un saluto arrivato in un momento particolare, quello della pandemia, che ci ha portati a vivere rintanati nelle nostre case e abituato a spostamenti limitati, a non uscire fuori dai nostri confini. Eppure, da anticonformista qual è, Ida ha deciso proprio adesso di prendere un volo per Randazzo, Sicilia, dove ad attenderla ha trovato una collega speciale, Giovanna Musumeci, altro nome importante nello scenario del gelato italiano.

 

Una scelta importante, di quelle che quando arriva il momento non puoi non buttarti e seguire quell’onda che senti crescere dentro di te, una sfida, forse l’ennesima, che la cara Ida ha raccolto armata solo della sua buona luna, di un grande sorriso e del suo essere donna tenace e mai arrendevole.

Sicilia e nuvole

In Sicilia Ida ci era già stata, la tempra infatti viene anche da lì, mezzosangue abruzzese e siculo per parte di madre, che per osmosi hanno forgiato il carattere unico di una donna caparbia e perspicace che vive forse di qualche rimorso e nessun rimpianto. 

 

Una terra che già conosce quindi, l’angolo del mondo dove andava a passare le estati da ragazzina e dove, insieme ai nonni, scopriva in cucina i primi abbinamenti, quelli un po’ più inusuali.

 

“Della Sicilia porto dentro il bello e soprattutto il buono – ci racconta Ida – tutto quanto i miei nonni mi hanno fatto scoprire e amare incondizionatamente. Sono sempre stata una ragazza semplice e sono stata educata ad apprezzare ogni piccola cosa, ad illuminarla. Per questo oggi che mi ritrovo qui, mi sento di nuovo un po’ un’adolescente alla ricerca del nuovo, dell’avventura, di quel che ancora non conosco. Ho tante idee in testa, voglio studiare ancora, voglio conoscere meglio il territorio, i produttori per poi ricominciare”.

 

Ida Di Biaggio non è figlia d’arte, anzi, la sua vita, prima della consacrazione alla gelateria è stata a dir poco camaleontica. È passata da fare la barista alla parcheggiatrice, alla personal shopper in una boutique di alta moda che le ha completamente cambiato il modo di vedere le cose. Sì ai colori, si alla qualità, sì a quanto di ricercato possa esistere, tutti principi applicabili all’arte che poi ha scelto di perseguire, quella della gelateria applicandola poi alla pasticceria e cioccolateria.

Partire da zero

Lo zero potrebbe essere per molti l’espressione della perfezione o il nulla, per Ida una base da cui partire per poter perseguire il suo sogno, per poter ricominciare da sé e arrivare a toccare l’anima degli altri attraverso le sue dolci creazioni.

Anni di rodaggio che l’hanno portata un bel po’ in giro per l’Italia e per un breve periodo ferma in Molise, lì dove aveva scelto di far nascere la sua piccola gelateria aperta solo in estate, una scelta sacrificata e voluta, perché così in inverno avrebbe potuto continuare a studiare, a frequentare corsi di formazione anche di pasticceria e cioccolateria.

“A Montenero di Bisaccia avevo una piccola gelateria con micro-laboratorio, era il mio mondo e mai avrei pensato un giorno di lasciarlo, eppure nel 2014 sono tornata a Pescara con Gelateria 900. Nel frattempo, complici i miei maestri che avevo incontrato, avevo allargato molto i miei orizzonti, avevo capito come andare oltre anche solo con la fantasia, motivo per cui messo piede in laboratorio facevo fatica a venirne fuori, tanta la voglia di costruire la mia idea, il mio gelato, trovare la quadra ancora una volta”.

La consacrazione

Cosa fare allora? Studiare, studiare, studiare e poi partecipare ai Festival del gelato artigianale che le hanno permesso di conoscere tanti professionisti e farsi riconoscere. Da lì a poco l’exploit inaspettato, Ambasciatrice del Gelato in Expo 2015 e poi Presidente del settore gelato della Conpait fino al 2020.

“La cosa più difficile per me non è stata la scelta di mollare tutto e ripartire da zero, reinventarmi, la cosa più ardua è stata capire chi fossi davvero io, cosa stesse cercando Ida, come potessi sentirmi a fine giornata appagata, serena, vittoriosa. Forse il mio gelato oggi funziona perché prima di mettere a punto la mia identità professionale ho dovuto riscrivere me stessa. Non è stato facile, nel percorso sono inciampata qualche volta, anzi più di una volta, ma sono andata avanti nonostante le rotture. Se mi guardo indietro oggi posso dire con tranquillità di essere stata una tosta”.

Con Federico Anzellotti ed Emozioni Italiane, il concept in cui Ida ha portato le sue idee, è stato un periodo molto fervido a livello lavorativo. Scardinata l’idea del gelato come semplice dessert, eccolo servito per aperitivo, companatico e addirittura come piatto principale, sono arrivate tante collaborazioni in città con ristoratori e barman che hanno supportato le idee del gelatiere dal ciuffo ribelle e inconfondibile, una nuova era che l’avrebbe portata a chiedere di più a sé stessa.

“Ripenso ancora a quando per un evento Slow Food fui chiamata ad inventare qualcosa che avesse a che fare con delle vongole appena pescate. Realizzai nell’incredulità di tutti, anche dello stesso pescatore che di lì a poco me le aveva consegnate, un gelato che raccontava il mare, il lavoro dei pescatori. Avevo messo in pratica in quel piatto le mie idee e il fatto di essere riuscita a convincere anche il più testardo dei marinai mi ha spinta a voler esplorare ancora di più gli orizzonti del gelato gastronomico. Sono nate così le mie collaborazioni ma soprattutto erano le mie idee che stavano prendendo forma emozionando anche il più scettico dei marinai”.

“Quando un produttore mi viene a cercare con in mano i suoi prodotti e mi chiede di poterne fare tesoro, per me è come suggellare un atto di fede, di rispetto per il lavoro dell’uomo e di esaltazione della materia stessa. Penso ad esempio a quando ho incontrato Maria, produttrice abruzzese di aglio nero fermentato e alla mia creazione, un burro all’aglio nero, perfetto da spalmare sul pane con il suo retrogusto di liquirizia che ho esaltato con zucchero moscovado e burro di cacao dai sentori di legno. In quel caso era importante anche la tipologia d’acqua utilizzata, infatti ho scelto per la mia ricetta un’acqua del mio amato Molise, leggera e con il giusto equilibrio di Sali minerali”.

Nuovi progetti

Oggi Ida è anche a capo di un nuovo gruppo di lavoro molto affiatato di maestri, i Gelatieri Artigiani, che hanno in testa il gelato come concetto assoluto, rivendicandone l’ecletticità, l’artigianalità e l’originalità.

“Siamo sì gelatieri ma siamo anche i Custodi di tradizioni (payoff ndr) perché siamo ambasciatori del territorio, capaci di interpretare e declinare a freddo le materie prime locali, perché essere attori e custodi della memoria storica del gelato e per tramandare un’arte secolare e raccontare la storia e i personaggi che hanno fatto cultura del gelato rendendolo uno dei prodotti italiani più conosciuti e apprezzati”.

L’isola dei tre promontori, l’antico granaio dell’Impero romano fertile e prosperoso, il crocevia del Mediterraneo adesso l’aspetta e chissà quante meraviglie metterà a punto per tutti noi fortunati. Qualcosina sappiamo già, ma ve lo faremo dire da lei al momento opportuno. 

 

A presto!

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