Mirko Di Cesare

Pescara: La Barcaccia si conferma il miglior ristorante di pesce della città.
Mirko Di Cesare e i suoi piatti nitidi e centrati, basati sulla migliore materia prima.

A cura di Francesca Mancini

Sempre a due passi dalla Nave di Cascella, il monumento tributo al mare e ai naviganti, simbolo della città, La Barcaccia oggi splende di nuova luce illuminata, nata come trattoria di mare gestita da papà Emilio e mamma Maria, è oggi il miglior ristorante di cucina di mare in città in cui poter ordinare una sconfinata quantità di antipasti crudi, freddi e caldi godendo dell’ottima materia prima e dell’infinita varietà di pesci presenti nelle diverse portate.

Il pianista sull’Oceano

Quella de La Barcaccia è una storia fatta di resilienza e coraggio, di abbandoni e ricerca di felicità, in purezza. Questa sana voglia di mettersi in gioco e ricominciare a vivere ha spinto Mirko Di Cesare, classe 1978, a lasciare con consapevolezza il pianoforte su cui per anni aveva sacrificato tempo, amici, ragazze e libertà per ricominciare da zero, in cucina.

Ho passato i migliori anni della mia vita a incaponirmi su quegli ottantotto tasti la mia vita era una scala cromatica fatta di bianchi e neri, avevo un’unica visione, studiare, studiare, studiare, per diventare un giorno un vero musicista, un pianista a tutti gli effetti, un maestro. L’ho fatto, ho iniziato anche ad insegnare ma ad un certo punto sono crollato, qualcosa nel mio cervello e nel mio cuore ha fatto crack! e sono piombato nel buio più assoluto

Così Mirko Di Cesare mi permette di entrare nella sua vita, raccontandomi come poi sia diventato lo chef del ristorante di famiglia, una trattoria marinara classica, che dimostrava già di avere qualche asso nella manica in più da potersi giocare al momento giusto, all’arrivo dei ragazzi diventati grandi e in grado di gestire il locale, portando di buone nuove e coraggio nel levare le ancore.

Ero a casa – continua – quando guardando il film La leggenda del pianista sull’oceano, ho capito che dovevo fare qualcosa, la mia esistenza non poteva fermarsi a quegli ottantotto tasti, volevo di più ma non riuscivo a capire cosa. Sentivo in me qualcosa di irrealizzato e non ero felice, così quella sera, guardando il film di Tornatore, ho capito che sarei dovuto scendere dalla nave per scoprire il mondo che fino a quel momento avevo distrattamente vissuto asservendomi alla musica e niente altro. Per la musica ho rinunciato a tanto, troppo, alle gite scolastiche con gli amici, alle estati di ragazzo, all’adolescenza e ad un certo punto è arrivata come un ciclone, un’overdose di note soffocante, sopprimente, da cui ho sentito il bisogno di disintossicarmi per cambiare, diventare un uomo, un altro me stesso diverso da quello che ero stato
Dagli 88 tasti alla cucina di seconda generazione

Ed è a questo punto che Mirko entra in cucina, un’altra alcova dove ritrovar se stesso e vivere una nuova vita piena di tutto quello che prima non era stato fatto. I momenti di riposo sono dedicati ai viaggi che iniziano a susseguirsi uno dietro l’altro in compagnia di Massimiliano, il fratello di poco più giovane, oggi responsabile di sala e sommelier.
Insieme hanno girato l’Oriente e l’Occidente e solo la conoscenza del nuovo, delle migliori tavole al mondo, li ha portati a capire quanta strada avessero ancora da percorrere. Così, giorno dopo giorno, sono arrivate nuove idee, piccole migliorie di poco a poco hanno portato i clienti ad affezionarsi anche alla “nuova” Barcaccia, in grado di essere confort zone in evoluzione.

 

Una scelta difficile ma non impossibile quella dei fratelli Di Cesare e per tanti versi simile alla musica se fatta di sentimento, sacrificio, passione, umiltà, dedizione e devozione. Non è pur sempre musica il cioccare dei mestoli sulle padelle, lo sfrigolio delle piastre e il gorgoglio dell’olio bollente? Suoni decisamente diversi e scomposti che però in una sana gestione della cucina possono diventare armonia, un’orchestra sinfonica che si muove all’unisono per regalare ogni giorno la giusta dose di godimento di cui gli avventori sono alla ricerca in maniera più o meno manifesta.

I piatti

Gran trionfo di crudi per iniziare: scampi serviti per scelta nella maniera più semplice possibile, con un filo d’olio extra vergine di oliva e limone, calamaretti con cipolla rossa e peperoncino, una ricetta semplice e gustosa che prepara il palato alle cicale di mare e frutto della passione.
E ancora due carpacci, di gallinella, cetriolo, coriandolo e Bombay Gin, e di triglia cruda adagiati su lisca croccante, scorzette di arancia, scaglie di cioccolato fondente e nocciole.
Ostriche Special Perle Blanche Ancelin e Gillardeau dal sapore di mare, sapore di sale che meritano una piccola pausa di meditazione e l’ultimo sorso dell’azzeccatissimo Derthona 2017 di Vigneti Massa , un Timorasso vinificato in purezza dal colore giallo paglierino, con note di prima di acacia e tiglio e in bocca robusto e sapido.

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Con i caldi si parte dall’Abruzzo con le pallottine cacio e uova e le cozze, i calamaretti scottati con cicoria e canocchie saltate, per una breve sosta in Sicilia, con il cannolo di ricotta, lumache di mare al rosmarino e pomodoro, e poi via verso la Spagna con il gazpacho e baccalà in pastella in perfetto abbinamento con il Cerasuolo 2019 di De Fermo, Le Cince, inebriante e succoso rosato a base di Montepulciano, che conferma la prestanza del vitigno ad essere vinificato anche in questo modo. Colore intenso tendente alla ciliegia, dalle sfumature di frutti di bosco, rosa, garofano, dal corpo succoso e sapido.

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Ci si potrebbe fermare qui, ma per gola e per passione viscerale arriva la chitarrina con scampi e bottarga di muggine, un piatto facile all’apparenza in cui si respira l’odore del mare e chiude in bellezza una perfetta notte di mezza estate.

Per info:

Ristorante La Barcaccia   |   Piazza I maggio 33, Pescara   |    Mail: info@ristorantelabarcacciapescara.com    |    085 42 17 426

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