Il magico mondo di Terra di EA

A cura di Francesca Mancini

IL SISTEMA CIRCOLARE DI TERRA DI EA

Un progetto sostenibile da prendere come riferimento per nuovi progetti a basso impatto ambientale

Quanto verde tutto intorno e ancor più in là

Sembra quasi un mare l’erba

E leggero il mio pensiero vola e va

Ho quasi paura che si perda…

Una strofa di 29 settembre della PFM arriva come un fulmine mentre scesi dall’auto prendiamo le poche scale in legno e terra battuta che collegano il parcheggio all’agriturismo. Siamo nelle campagne tra Giulianova e Tortoreto ed il panorama è bello come pochi; tra uliveti, vigneti, campi che attendono l’arrivo del grano, orti ricchi di colture invernali e vegetazione spontanea, si percepisce subito la ricchezza che l’uomo deve aver trovato nel sapersi prendere cura di quella terra, rigogliosa e fertile che da secoli nutre i suoi abitanti.
Terra di Ea è un luogo ben definito sulla superficie terreste che, ogni anno nei 23 ettari di estensione, torna a far vivere Kòre e la stagione che porta fiori e frutti, che risveglia dal torpore invernale e feconda, rinnovando l’ancestrale mistero della vita che si ripete. Qui tutto porta a comporre un ciclo che ha un inizio ed una fine, dalla terra al piatto, senza perdere nessun passaggio.

La vita a Terra di Ea

Terra di Ea nasce dalla volontà di un uomo piuttosto riservato che, non gira tra i tavoli del ristorante, quando non è indaffarato nei campi, ma se ne sta lì in cucina ad osservare quanto accade in sala; Walter D’Ambrosio è l’esempio di come la vita di campagna possa essere vissuta in maniera totalmente sostenibile e con un ritorno economico che possa permettere di continuare a sviluppare il progetto che oggi comprende oltre al ristorante, una fattoria didattica, camere per il pernottamento degli ospiti, una piccola piscina, agricoltura, allevamento, la produzione di prodotti da forno, salumi, miele, vino Trebbiano e Montepulciano, olio Extra Vergine di Oliva, la gestione di un piccolo punto vendita ed altre attività che dimostrano come sia possibile darsi da fare restando sostenibili e a basso impatto, un esempio virtuoso di biodiversità.

Ad accompagnarlo, con lo stesso grande impegno sociale, ci sono Margherita, Eleonora, Cristina ed il resto della famiglia che giornalmente, a rotazione anche qui, si occupano di tutto, dalla terra alla tavola, come ben si addice a chi ha scelto questa vita, sicuramente slow, ma non per questo meno impegnativa e faticosa. Le giornate iniziano presto, al sorger del sole e si pensa alla campagna, l’orto, alla raccolta delle erbe spontanee, ai polli, i maiali neri abruzzesi, tutto a suo modo ha bisogno di attenzione, come gli ospiti che soprattutto in estate riempiono le stanze dei cinque appartamenti messi a disposizione.

 

Ce ne sarebbero tante di storie da raccontare in un sol giorno qui, ma l’interesse maggiore è ovviamente captato dall’offerta ristorativa che si presenta, con questi presupposti, molto accattivante. Il menu è giornaliero, tutto arriva direttamente dal campo, quindi, la composizione dei piatti e direttamente relazionata a cosa la campagna sia in grado di offrire.

Un magnifico pranzo
Si ordina senza pensarci due volte, tanta la voglia di assaggiare un po’ di tutto il loro operato, e impagabile arriva la misticanza composta da 28 erbe e ortaggi diversi, tutti raccolti al mattino, croccanti e freschissimi, sono perfetti per accompagnare un calice di Cerasuolo metodo classico autoprodotto, davvero molto interessante. Spazio poi ai lievitati, la “cacc’annanzi” (la pizza che viene fatta cuocere in forno a legna prima del pane, il pane con farina di farro e grano Ceccarelli, un grano evolutivo che ha tutte le caratteristiche per rappresentare il futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione.

Il concetto merita una breve parentesi!

Salvatore Ceccarelli, professore ordinario e ricercatore di Genetica Agraria, nel 2010 ha introdotto in Italia il concetto di grano evolutivo, ovvero di seminare insieme più tipologie. Questo non è di certo un concetto nuovo per la scienza, che dal 1938 (pubblicazioni scientifiche dell’Università della California) testimonia come questa strategia “fare miscugli agronomici” sia efficace per contrastare malattie e insetti. Esattamente si tratta di una mescolanza di tante varietà diverse della stessa specie (grano tenero o duro), chiamata appunto popolazione evolutiva, che grazie alla loro capacità di evolversi nel tempo e sopravvivere ai pericoli che incombono in natura, moltiplicandosi e adattandosi alle caratteristiche del luogo dove vengono coltivate, semplicemente perché tra gli individui della popolazione ce ne sarà sempre qualcuno che riuscirà a cavarsela. Inoltre, con le popolazioni evolutive si evita di sottostare al monopolio dei semi e all’impoverimento dei raccolti e della dieta quotidiana. Il controllo che le multinazionali (tre in particolare) impongono sui semi ha portato ad un impoverimento delle tipologie di specie botaniche presenti nei capi e alla perdita di biodiversità, cosa che si ripercuote sugli uomini a livello nutrizionale, con una diminuzione della biodiversità intestinale della flora batterica e conseguenti processi di infiammazione. Una dieta diversificata che tuteli il microbiota ha necessità di un’alimentazione diversificata e quindi anche di un’agricoltura diversificata; secondo alcuni studi i pani realizzati con questi grani evoluti hanno un rilascio più graduale degli amidi, ciò comporta una risposta glicemica e insulinemica diversa, sono meno intense e più lunghe, non comportando attacchi di fame e situazioni che possono portare ad insulino resistenza.

Dov’eravamo rimasti? Certo, al perfetto pranzo da Terra di Ea. Dai lievitati al prosciutto di maiale nero d’Abruzzo allevato allo stato semi brado, accompagnato da lonza, salsiccia e giardiniera fatta in casa; a seguire un piccolo scrigno di pasta lievitata ripieno di crispigni ripassati in padella, un’erba spontanea utilizzata in erboristeria per le sue proprietà depurative e poi filetto di baccalà e senape selvatica fritti in pastella (il merluzzo sotto sale viene chiamato anche il pesce di montagna appunto per il grande utilizzo che se n’è sempre fatto nell’entroterra abruzzese), croccanti e saporiti.

Chiuso il giro degli antipasti è il momento dei primi, le paste sono preparate in casa, ça va sans dire, ed il timballo di crespelle – sottilissime – in bianco è capace di vincere anche sulla precisa chitarrina alla teramana, che comunque ha il suo bel carattere.

Le carni meritano un discorso a parte, perché sono la dimostrazione di come la metodologia di allevamento influisca direttamente sulla loro qualità, qui il capocollo di maiale alla brace ha una consistenza scioccante, con il grasso bianco candido che posto al calore delle braci irrora dei suoi succhi le parti di carne magra. Qualche cristallo di sale e il gioco è fatto, non c’è trucco né inganno. Ruspante e quasi caramellato è il pollo con i peperoni che arriva subito dopo, giustamente conciato e spezzato per essere condiviso tra i commensali, con le sue sfumature è perfetto per chiudere in bellezza il pranzo.

Non del tutto, però, perché anche i dolci fanno la loro parte, ad iniziare dalla pizza dolce, classica, ben dosata nelle quantità di Alchermes e caffè, e la torta di mandorle che – a dirla tutta – potrebbe creare dipendenza.

Anche il vino che viene servito è prodotto in casa, ad iniziare dal metodo classico in rosa o in bianco, per passare poi al Trebbiano e Montepulciano; pian piano si stanno mettendo a punto i metodi di produzione con lo zampino del Prof. Seghetti; per il momento non si fa riserva, si produce e si porta a tavola dopo breve affinamento in acciaio, ma si sta già pensando all’imbottigliamento con etichetta. Fa legno, invece, il vino cotto che viene servito per accompagnare i dolci, invecchiato in botti (ricolmate annualmente) per almeno 10 anni.

 

Che dire? Terra di Ea vale sicuramente il viaggio e, perché no, anche una sosta un po’ più lunga, per capire come sia possibile vivere ascoltando il battito della terra.

Info:
www.terradiea.it
Via Prato, 10 – 64018 Tortoreto (TE)
389 6279948 – 0861 786322
info@terradiea.it

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