Benvenuti nel centro di un Bel Niente!

A cura di Francesca Mancini

La Tenuta Cocci Grifoni, il Panoramic Wine Resort e tutte le novità che dovete conoscere prima di essere accolti “nel centro di un bel niente”!

Vivere nel centro di un bel niente, come direbbero qui a Tenuta Cocci Grifoni, può portare ad avere una fantasia ed una curiosità fuori dal comune, tratti caratteriali che hanno permesso loro di superare i limiti del confino geografico diventando cittadini del mondo e riconosciuti produttori enoici.

In un pomeriggio di dicembre, mentre il sole sta scendendo veloce dietro la collina, arriviamo nella sede storica della Cantina Cocci Grifoni, appuntamento fissato con Marta, quarta generazione di vignaioli che dal 1933 vivono in Contrada Messieri di S. Savino di Ripatransone. Ad accoglierci Marilena, terza generazione, che con fare dolce e gentile ci accompagna alla scoperta di una storia di famiglia densa di particolari e aneddoti che arricchiscono il quadro che pian piano, parola dopo parola, si sta dipingendo nell’immaginario di noi curiosi scopritori.

La storia inizia nel 1933, quando i suoi nonni hanno deciso di vivere in quei luoghi al tempo ancora immacolati, dando vita ad un percorso di acquisto di alcuni appezzamenti di terreno da far gestire ai mezzadri; proprietà frammentarie di cui un bel giorno, Guido, il più piccolo dei figli, deve farsi carico per aiutare la madre rimasta vedova prematuramente. Una cura, la sua, che doveva provvedere alla parte cerealicola, viticola, zootecnica, riuscendo a raggiungere risultati importanti per il particolare momento storico, contando esclusivamente sul supporto di due personali muse ispiratrici, arguzia e lungimiranza.
Arrivano gli anni Sessanta e con essi la maturità imprenditoriale di Guido che decide di concentrarsi con piglio deciso sulla vitivinicoltura, acquistando una piccola azienda agricola, San Basso, luogo dove oggi sorge un bellissimo Panoramic Wine Resort.

Il primato Cocci Grifoni

Quando nel 1968 il legislatore iscrive la prima Doc per questa area del Rosso Piceno Superiore, sempre lui, Guido, intercetta l’ottima opportunità di svolta lavorativa, e corre a registrare alla Camera di Commercio di Ascoli i vigneti di San Basso, portando a termine nel 1969 la prima vendemmia e, nel 1970, l’imbottigliamento della prima bottiglia di Rosso Piceno Superiore.
Un primato che va riconosciuto a lui e alla sua famiglia, battitori di strade ancora non percorse che lanciatisi in avanscoperta, hanno dato vita ad una nuova arteria importante ancora oggi per l’economia marchigiana. Ed è sempre Guido che, nel 1982, con un gesto audace per alcuni, e spontaneo per altri, riporta nel suo alveo originario il vitigno pecorino di cui si stava perdendo traccia, scansato da mode enoiche temporanee più piacione e meno ricercate; un modo, il suo, di vedere la vigna e il territorio diverso dagli altri, incondizionato e conservatore a volte, avventuriero e controcorrente, altre, ma con l’unico scopo di preservare il potenziale del terroir piceno visibile agli occhi di pochi, e di fare prodotti di qualità in cui percepire il sentimento profuso. Oggi l’estensione della tenuta è di circa 100 ettari, ma solo il 60% è coltivato a vigna, il resto dei terreni è destinato a ulivi e cereali, mentre il restante 30% a bosco.

La cantina Cocci Grifoni e le linee vini

Negli anni la cantina è stata restaurata più volte per ovvie ragioni strutturali, per esigenze di conservazione del vino e per arrivare a diventare, oggi, una struttura produttiva a bassissimo impatto ambientale. Precursori dei tempi, infatti, i Cocci Grifoni, già nel 2010, hanno fatto installare un impianto fotovoltaico sui tetti dell’azienda, cappotti termici e coibentazioni in sughero per mantenere una buona temperatura costante in tutte le stagioni.

 

Attualmente sono le donne della famiglia Cocci Grifoni a portare avanti le attività aziendali, con una sensibilità unica e molto ben percepibile, che scardina quei rigorismi, a volte anche un po’ retrogradi, di alcune realtà italiane.
Molta attenzione è rivolta soprattutto all’ambiente, mantenendo la bellezza e l’equilibrio del sistema naturale, favorendo la crescita ottimale dei raccolti e della fertilità della terra, conservando intatti i calanchi calcarei, “i guardiani dei fossati”, evitando di cementificare i pendii per favorire il ciclo biologico delle acque piovane e delle precipitazioni, che soddisfano quasi del tutto il fabbisogno dei bacini irrigui.

 

Anche la scelta dell’impianto di viti viene ponderata di volta in volta a seconda del terreno e selezionate le tipologie di vitigni a minor impatto ambientale. Le uve sono coltivate solo in biologico o con agricoltura sostenibile secondo il disciplinare SQNI, limitando l’utilizzo di risorse energetiche tradizionali mediante generazione fotovoltaica per il 50% del fabbisogno aziendale e con solare termico per il 100%.

 

A livello sociale le donne Cocci Grifoni sono impegnate per il sostegno della comunità locale, nella quale viene profuso molto impegno finalizzato a promuovere la qualità del territorio e delle sue tradizioni, a favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro attraverso stage e ad assumere manodopera locale con il ricollocamento di lavoratori senior che hanno non hanno più un posto di lavoro.

Le linee dei vini sono un manifesto di ecosostenibilità, da una parte le vigne storiche Messieri, Colle Vecchio, Vigneto Madre, Grandi Calanchi che hanno più di 30 anni di attività, le cui etichette sono dedicate alla biodiversità animale, nello specifico alla fauna locale come il falco pellegrino che nidifica tra i calanchi della Tenuta. D’altra parte, la linea Le Tenute, il cui vino proviene da vigne più giovani, con etichette dedicate alla biodiversità vegetale, ovvero i fiori che si trovano tra i filari della vigna a primavera come ginestra e papavero.

 

Dalle vigne storiche provengono i vini della memoria, il Pecorino in purezza e i blend di Montepulciano, adatti alle grandi occasioni e vocati ad un lento invecchiamento in bottiglia. Queste sono le vigne madri, dove le variabili pedoclimatiche creano le condizioni per una vera e propria viticoltura eroica, ardua per l’uomo e preziosa per le uve che conferiscono ai vini note spinte di crus. Sono vigne dominate da falesie argillose alte fino a 100 metri, che creano scenari fantastici ed ecosistemi unici.

Il Guido Cocci Grifoni Offida Pecorino DOCG merita un’attenzione particolare, perché vino simbolo della cantina e diario di storia di famiglia, che “guarda il calor del sol che si fa vino”. Il vigneto madre (1987) è il cuore della vigna Colle Vecchio, dove crescono i ceppi più antichi del pecorino autoctono. In prossimità del profondo fossato calanchico, questo è un terreno difficile da lavorare che richiede applicazione solo manuale. Le basse temperature invernali assicurate dalla particolare localizzazione creano condizioni ideali per lo studio e la valutazione dei caratteri dei vitigni regionali. La prima annata di produzione è stata il 2013 e le bottiglie prodotte annualmente sono all’incirca 2.900. La vendemmia è manuale con selezione dei grappoli, tra la terza decade di agosto e la prima di settembre, con vinificazione in bianco con lieviti ecotipici a temperatura controllata tra i 14 e i 16 gradi centigradi. La maturazione avviene in serbatoi acciaio inox su fecce nobili per 550 giorni e affinamento in bottiglia per almeno 6 mesi. A primo naso, il Pecorino Guido Cocci Grifoni ha una dominante olfattiva di frutta a pasta gialla, pesca e nespole, la nota floreale è in bella evidenza, fiori gialli di ginestra, mineralità ed erbe aromatiche, maggiorana e salvia a chiudere. In bocca l’ingresso è deciso, di grande intensità, con una buona freschezza, acidità e sapidità che inducono al secondo sorso.

Per maggiori info sulle altre linee vino clicca qui

La Biblioteca del vino e il Relais Cocci Grifoni

Se Marilena ha deciso di non lasciare il suo territorio, Marta se n’è allontanata solo per poco, il tempo di andare in Canada e poi a Torino per schiarirsi le idee e studiare come meglio approcciarsi al suo territorio. Da lì è rientrata con una laurea in economia dell’ambiente e con la consapevolezza del patrimonio naturalistico in cui ha avuto la fortuna di nascere e crescere, un vero tesoro per cui sente la responsabilità di dover rendere grazie in ogni modo.

Con nonna Diana, attiva e partecipe nelle attività di cantina, e sua madre Marilena, si occupa della gestione aziendale e insieme cercano di curare quei sogni che tutte loro, in maniera diversa, hanno tenuto per qualche tempo nei cassetti; ne è un esempio quello della realizzazione per il cinquantesimo anno del Rosso Piceno Superiore di una Wine Library in cui accogliere ospiti per visite private e degustazioni guidate. Per far si che questo accadesse Marilena si è adoperata nel recupero di tutte le bottiglie prodotte, di tutte le annate, sparse in azienda a partire dal primo imbottigliamento, censendole e conservandole in una room realizzata con solo materiale di recupero trasformato da artigiani locali. Alcune botti dalla forma ovoide molto particolare sono state recuperate e trasformate in teche per le bottiglie esposte; il grande tavolo centrale da degustazione è stato realizzato su un busto polimorfo di legno di olivo, una pianta ancestrale e sempre presente nello scenario naturalistico marchigiano e italiano; una sala polifunzionale creata per lo studio della materia senza interferenze esterne, realizzata seguendo un principio di sostenibilità e circolarità economica.

Benvenuti, nel centro di un bel niente” è il claim scelto da Marta e Marilena per accogliere i loro ospiti nel nuovo e bellissimo Panoramic Wine Resort localizzato proprio dove il nonno Guido ha dato vita alla saga Cocci Grifoni, a San Basso. Per arrivarci si percorre un breve tratto di strada di campagna, si attraversano vigneti e uliveti, dove inizia a farsi sentire una strana sensazione di benessere e quiete che poi pervaderà l’intera area e gli animi dei presenti. Una collina, un casale ristrutturato di inizio 800, e la campagna picena che offre agli occhi quadri pittoreschi che mutano con la corsa del sole e delle stagioni, tre elementi simbiotici che colpiscono e piacciono senza aver bisogno di superflui abbellimenti o troppi giri di parole. La struttura ha il numero giusto di stanze (6 al piano terra e 5 al primo piano) con affacci mozzafiato su vigne e calanchi, una infinity pool esterna immersa in un ecosistema del tutto autonomo.

 

 

Tutta la struttura è stata messa a punto su un progetto in cui il passato della tradizione architettonica locale si integra con il presente della tecnologia ecosostenibile. L’impianto di tutto il resort è infatti completamente geotermico, ci sono pannelli fotovoltaici e per il riscaldamento viene sfruttato anche il calore proveniente dalla terra attraverso un sistema messo a punto con il supporto di geologi e ingegneri. Nella realizzazione della struttura e negli arredi sono stati coinvolti artigiani, aziende e manodopera locale e l’utilizzo di materiali plastici è ridotto al minimo. Gli arredi delle stanze sono stati studiati in base alla personalità e al ricordo dei personaggi che hanno alimentato la storia di famiglia, ci sono infatti Guido, Cruciano, Emma, Francesco e tanti altri, in un fil rouge che li collega alla vita che è stata e all’ambiente circostante, al passato e al presente in un senso di profonda bellezza da cui si viene sopraffatti.

Anche la colazione, offerta nella piccola sala al piano terra, parla di territorio, con marmellate confezionate in casa di uva montepulciano da spalmare su del pane fresco insieme al burro pomata, crostate appena sfornate, frutta fresca di stagione e soprattutto locale, e poi salumi e formaggi di piccole aziende agricole. Tutto è curato nei minimi dettagli, ad iniziare dalla parure in cui ci viene servito un profumato e bollente caffè.

 

Le buone intenzioni non sono finite però, perché la bella e intraprendente Marta ci svela alcuni dei progetti che sono in cantiere per i prossimi anni, come il ristorante, che sarà ricavato all’interno della collina, con vista panoramica sulla vallata, la cui cucina sarà affidata al rampante Daniele Citeroni Maurizi, che una ne pensa e cento ne fa, già conosciuto per la sua magnifica Osteria Ophis che ha da poco compiuto i 20 anni di attività, festeggiati con una splendida cena al Teatro Serpente Aureo di Offida (leggi qui). La proposta gastronomica sarà basata sui prodotti del territorio con un menù di tendenza vegetariano, un buon modo per scoprire l’altro lato della cucina di Citeroni, che spingerà al massimo la sua attuale volontà di lavorare sempre più ed esclusivamente sui prodotti della terra, esaltandone carattere e particolarità.

Quello dei Cocci Grifoni è davvero un “bel niente”, da vivere a pieno tra le attività in cantina, in vigna e il relax ristorativo del relais, un’offerta completa e ben proposta da cui è difficile non farsi prendere con entusiasmo, per la vista sui panorami sconfinati e il friccico nel core che hanno le appassionanti donne di famiglia.

Per conoscere tutte le esperienze offerte clicca qui

 

Tenuta Cocci Grifoni
Contrada Messieri, 12
San Savino di Ripatransone
(AP) Marche, Italia
+39.0736230058
tenutacoccigrifoni.it

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.